martedì 30 giugno 2009

L'appello di Napolitano


Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha chiesto ai giornali di frenare (temporaneamente) con le polemiche politiche, perché in vista del G8 di L'Aquila non fanno che rovinare l'immagine dell'Italia all'estero. Fossi in lui, avrei chiesto ai politici - a cominciare dal nostro premier "sciupafemmine" (a pagamento...) - di rendersi maggiormente presentabili e rispettabili agli occhi dei nostri ospiti stranieri. Ma ormai temo che per questo sia troppo, troppo tardi.

lunedì 29 giugno 2009

Consigli per gli acquisti


I soliti (miei) consigli per gli acquisti: è uscito il Mucchio di luglio.

sabato 27 giugno 2009

Oggi le comiche


Siamo alle comiche (finali, si spera): Il Giornale di Berlusconi attacca Lorenzo Cesa dell'Udc su una (falsa? vera?) storia di festini e mignotte. E il Berlusca che fa? Rivolge un attestato di solidarietà a Cesa (che per fortuna lo rispedisce al mittente)! Adesso dovrei chiudere con un commentino; ma sono senza parole: nonostante sia io ormai vaccinato alle (sempre più) plateali prese per i fondelli di questo personaggio, non mi viene proprio niente da aggiungere.

venerdì 26 giugno 2009

Opposizione all'italiana


Per capire come siamo messi politicamente in Italia basti una semplice considerazione: mentre i media di tutto il mondo si sono fiondati su Mignottopoli, le nostre opposizioni si fanno notare per la loro totale assenza. Di Pietro non pervenuto. Casini... vabbè. Quelli del Pd invece si stanno ancora una volta scannando tra di loro: Franceschini contro Bersani, ovverosia Veltroni contro D'Alema. Alè!

giovedì 25 giugno 2009

Svolte epocali


Se ancora non siete persuasi che il calcio italiano stia andando alla deriva, sentite qua: Lapo - orso capo - Elkann si candida alla presidenza della Juventus. Dallo stile Agnelli allo stile Lapo... Evvai!

mercoledì 24 giugno 2009

Minzolini


Lui non si occupa di gossip, d'illazioni, ha spiegato l'altro ieri il direttore del Tg1, Augusto Minzolini, nel giustificare il "disinteresse" del primo telegiornale pubblico italiano verso lo scandalo Mignottopoli. Una scusa che è meno di una foglia di fico. Ecco cosa pensava invece l'ineffabile Minzolini nel 1994: "Oggi penso che se noi avessimo raccontato di più la vita privata dei leader politici forse non saremmo arrivati a tangentopoli, forse li avremmo costretti a cambiare oppure ad andarsene. Non è stato un buon servizio per il paese il nostro fair play: abbiamo semplicemente peccato di ipocrisia (...). La distinzione fra pubblico e privato è manichea: ripeto, un politico deve sapere che ogni aspetto della sua vita è pubblico. Se non accetta questa regola rinunci a fare il politico”. Parole sante. Chissà perché oggi ha cambiato idea...

martedì 23 giugno 2009

Il crepuscolo di un piccolo dittatore


Siamo assolutamente persuasi del fatto che tutto ciò che ha avuto un inizio, prima o poi avrà anche una fine. Eppure, non ci speravamo quasi più: adusi da anni all'odore di zolfo che promana dal televisore ogni volta che appare la sua inconfondibile sagoma, lo ritenevamo invincibile, intoccabile, eterno. Invece sembra davvero che siamo arrivati ai titoli di coda e nel modo più impensabile possibile. Perché il crepuscolo berlusconiano altro non è che una squallida storia di puttane e viagra, feste e festini, gerontomachismo e volatili (uccelli) di Stato. E' la realtà che supera la fantasia, addirittura umiliandola manco fosse il Brasile di Kakà contro l'Italia di Lippi. Parlano Patrizia, Barbara, Lucia, aggiungendo ulteriori sfumature e dettagli ad un quadro d'insieme che lascia a bocca aperta. Spunta addirittura fuori la trans Manola... E mentre Boccaccio se la ride, la stampa internazionale invece strepita, incredula e indignata, nell'ostentata indifferenza però dei tg autoctoni, che persistono nell'applicare il silenziatore ad uno dei peggiori scandali che abbiano attraversato lo Stivale dal secondo dopoguerra ad oggi. Ma ci vorrebbe un altro 11 settembre per distogliere l'attenzione dei media e delle diplomazie di tutto il mondo dalla Mignottopoli emersa a partire dall'affaire Noemi, passando per i 5mila scatti del fotografo Zappadu e arrivando chissà dove; perché come insegnava Lorenzo il Magnifico, "del doman non c'è certezza" ed i colpi di scena - assicurano i soliti bene informati - non si sono affatto esauriti. Anzi. Che la festa sia finita se ne stanno accorgendo (con orrore) i "peones", leccapiedi e servitori del Berlusca, tutto l'indotto di questo uomo-azienda, tanto generoso (Niccolò Ghedini l'ha definito una persona buona e ci mancherebbe che non la pensasse così: avete mai visto la villa dell'onorevole avvocato in Sardegna?) nel premiare - spesso con cariche pubbliche - la devozione delle proprie pecorelle. Ed è appunto studiando le mosse degli ex Dc (gente votata all'autoconservazione perpetua) che possiamo capire quale aria stia tirando a Roma in queste ultime ore. Ad esempio, potreste tenere d'occhio Rotondi. Forse, però, il più consapevole del fatto che il punto di non ritorno sia stato ormai oltrepassato rimane Giuliano Ferrara, autore nei giorni scorsi di un significativo editoriale sul quotidiano Il Foglio. Non è l'unico ad invocare dal grande capo un comportamento meno licenzioso e libertino ("un uomo malato, che frequenta minorenni", stando alle dichiarazioni scritte di Veronica Lario), ma hai voglia a sprecare fiato con un "utilizzatore finale" di cotanto calibro. Chi al contrario s'illude che pure stavolta la tempesta cesserà sono i "miracolati" berlusconiani per eccellenza, tra cui i devotissimi Bondi, Cicchitto, Gasparri e La Russa, mentre la Lega - Bossi in testa - chiude volentieri un occhio ancorché due sulla presenza di numerose intrattenitrici slave e romene nelle ville di Sua Emittenza, un po' perché questa è immigrazione gradita anche agli xenofobi e razzisti militanti di Padania libera e un po' perché se Silvio I imperatore di Bananas uscisse di scena il timone della politica italiana tornerebbe saldamente al centro, relegando la Lega all'avanspettacolo di cui proprio Umberto Bossi era efficacissimo interprete agli albori della sua crociata contro Roma ladrona. Berlusconi è insomma come un pugile alle corde. I suoi vecchi sponsor - Usa in testa - lo hanno già abbandonato o lo stanno facendo (il Vaticano) e io credo che i consiglieri più avveduti stiano già provando a convincerlo a barattare le proprie dimissioni con una via di fuga il più onorevole possibile. Un esilio dorato per Silvio I, magari in Russia dall'amico Putin.

lunedì 22 giugno 2009

Libera informazione in libero Stato


Su uno degli scandali più gravi della nostra Repubblica è calato nei principali Tg Rai (lasciamo perdere Mediaset...) un silenzio di tomba. Non se ne parla. In compenso ne parlano (e tanto) all'estero e la domanda è sempre la stessa: com'è possibile che il popolo italiano tolleri un simile personaggio alla guida del governo?

venerdì 19 giugno 2009

La crisi che non si vede


Domanda: che genere di servizi circolerebbe di questi tempi sui nostri tg nazionali se ci fosse ancora il centrosinistra al governo? Ve lo dico io: si parlerebbe della crisi e poi ancora della crisi e infine della crisi. Ci mostrerebbero ogni giorno lavoratori in sciopero perché rischiano di perdere il posto; intervisterebbero vecchietti che non ce la fanno ad arrivare nemmeno alla seconda settimana del mese. Ci racconterebbero delle storie - strazianti - di famiglie disperate, di padri in depressione, di miseria diffusa. E, ovviamente, da Berlusconi in giù fino all'ultimo dei suoi maggiordomi, tutti a criticare Prodi o chi per lui e a dire che 9 italiani su 10 sono insoddisfatti di chi li governa, eccetera eccetera. Invece governano loro, cioè gli altri, e allora è ovvio che viviamo nel migliore dei mondi e se qualcuno non la pensa così è il solito comunista marxista leninista disfattista.

mercoledì 17 giugno 2009

La prova d'amore


Rubo l'ennesimo post al direttore di Repubblica, Vittorio Zucconi. E del resto: perché devo sforzarmi di scrivere delle cose se c'è qualcun altro che le spiega meglio di me?



Commovente edizione del TG1 delle ore 20, 16 giugno, del dopo udienza di papi al soglio dell’Imperatore d’Occidente, con descrizioni trionfali di un amore che si concreta nel nostro accettare tre residuati di Guantanamo e nel mandare un’armada di ben 500 soldati in più in Afghanistan a cercare di non farsi sparare addosso. E sarebbero queste le prove di quanto Obama ora apprezza Silvio? La sua prova d’amore sarebbe scaricarci tre presunti terroristi che gli americani non vogliono sul proprio territorio e accettare graziosamente 500 soldati italiani in ausilio ai suoi? Mi ha fatto tornare giovane, nei miei anni a Mosca quando il TG della sera’ Vremja, Radio Mosca e la Pravda raccontavano i viaggi all’estero di Leonid Brezhnev come apoteosi del grande leader sfoderando ogni millimetro di lingua. Osservate con attenzione l’espressione e l’atteggiamenti di Obama mentre un papi contratto e implorante si agita e si sbraccia per dirgli quanto speri di diventare suo amico. Obama lo guarda con il distacco freddo riservato a un commesso viaggiatore di enciclopedie che ha messo il piede nell’uscio e lo congeda con una pacca sulle spalle. Già questa foto, tratta da Sky TG24 (membro iscritto d’ufficio al Grande Complotto Globale Contro Papi), è eloquente nel “body language” del commesso viaggiatore che si sporge e del padrone di casa che si ritrae: ma chi è questo? Ma chi te c’ha mannato? Adesso vai caro, lasciami lavorare, che ho da fare.

martedì 16 giugno 2009

Rotola rotola


I numeri della crisi mondiale sono drammatici. Solo alcune società calcistiche pare che non se ne siano accorte. Gli oltre 150 milioni di euro che il Barcellona pagherà per Ronaldo e Kakà sono uno sberleffo alla miseria che ci circonda (anche a noi, qui, nel mondo occidentale). Ma sono anche le cifre che circolano a proposito dei vari Villa, Ibrahimovic, Tevez (ecc. ecc.) a fare spavento. Il pallone rotola. E noi con lui.

lunedì 15 giugno 2009

Brividi


Pare che dopo quelle padane siano in arrivo le ronde nere, con tanto di simboli fascistoidi sulle camicie color kaki. Non so a voi, ma al sottoscritto corre un brivido lungo la schiena. Brrr.

sabato 13 giugno 2009

Come Hugh Hefner


C'è un tizio - tal Zappadu - che ha scattato ben 5mila foto al nostro presidente del consiglio. Molte di queste ci mostrano una villa Certosa popolata da giovani donzelle in abbigliamento succinto (alcune dai chiari lineamenti slavi) e da vecchietti col pisello al vento. In alcune immagini ci sarebbe addirittura il Berlusca che partecipa alla celebrazione di un (suo) finto matrimonio con una delle ragazze. Villa Certosa, insomma, come la Playboy Mansion; il Cav come Hugh Hefner. E se già l'originale ci appare patetico, figurarsi la copia italiota.

venerdì 12 giugno 2009

Arriba arriba! (el vacino)



La Novartis ha annunciato che è in arrivo il vaccino contro la nuova influenza. Cosa commentare se non "evviva!". Evviva per l'industria farmaceutica, ovviamente, che grazie al panico creato ad arte con la complicità degli organi d'informazione (come sempre: vedi influenza aviaria...), potrà incamerare tanti bei miliardoni iniettandoci delle sostanze che nella migliore delle ipotesi sono inutili.

giovedì 11 giugno 2009

R.I.P. informazione


Con l'approvazione del disegno di legge sulle intercettazioni cala il sipario su quel poco che restava della "libera" stampa italiana. Da qui in poi il modello giornalistico sarà quello - vincente - di Studio Aperto: incitazione al razzismo e alla xenofobia, ave al leader, quanto è bravo il leader, culi, tette, gossip...

mercoledì 10 giugno 2009

Intercettazioni



Strano modo di garantire maggiore sicurezza ai cittadini: si limitano le intercettazioni (il relativo disegno di legge è ormai pronto per essere approvato), rendendo così molto più difficile trovare i delinquenti. Bene, bravi, bis!

martedì 9 giugno 2009

Eletti e trombati


Sono passate anche queste elezioni (comunali...). Cinque anni fa, più o meno di questi tempi, ero stato trombato ed il mio morale era finito talmente sotto terra che quasi quasi affiorava in Cina. Un'esperienza devastante e chi l'ha provata sulla propria pelle non potrà che confermarlo. Quanti "ego" distrutti; quanti rapporti inter-personali interrotti (amicizie, parentele!..). Stavolta per fortuna ne ero fuori. Ed è stato molto meglio così!!

sabato 6 giugno 2009

Arriva Twitter!..


Leggo che Twitter sta diventando il più serio rivale di Facebook. Sarà perché queste cose non sono altro che una riproposizione di quelle che ho già sperimentato venti anni fa con il videotel (è da lì che tutto è cominciato), ma davvero non comprendo tanta passione e tanto entusiasmo per queste forme di comunicazione. Cari ragazzi, usciamo di casa, incontriamo gente, scambiamo opionioni "face to face" con i nostri interlocutori. Spegniamolo questo cazzo di computer. Voglio darlo io il buon esempio: non appena avrò inserito il mio post quotidiano, cioè questo.

venerdì 5 giugno 2009

Dubbi...


Pare che verranno mandati altri 70mila militari sulle strade delle nostre città. Sono solo io a sentirmi un tantino inquieto?

giovedì 4 giugno 2009

Succede in terra d'Albione


La democrazia esiste laddove c'è gente ancora capace d'indignarsi. In Inghilterra il premier Gordon Brown rischia di pigliarsi una dura mazzata alle elezioni europee perché i suoi connazionali non gli perdonano la storia dei rimborsi spese gonfiati. Decisamente un altro mondo rispetto al nostro. Qui in Italia nemmeno essere stati condannati per mafia è ormai più una pregiudiziale...

mercoledì 3 giugno 2009

Kakà se ne va



Questo l'ho scritto il 20 gennaio di quest'anno. Lo riprendo perché è bello, ogni tanto, poter dire: ve l'avevo detto...

"I soldi non sono tutto", ha dichiarato Kakà commentando la sua decisione di rimanere al Milan. Detto da uno che in rossonero guadagna comunque 8 milioni netti all'anno - senza contare i proventi pubblicitari - e che ha ricontrattato più volte in aumento il suo ingaggio... No, Kakà non è San Francesco d'Assisi. Probabilmente vuole accasarsi al Real Madrid e spera di farlo già in estate. O può darsi che preferisca effettivamente diventare un giorno il capitano del Milan. Contento lui... Solo non beatifichiamolo per questo, ché i grandi uomini stanno altrove e il più delle volte non guadagnano un millesimo di quel che prende Kakà.

lunedì 1 giugno 2009

Il decesso della nostra democrazia



L'obiettivo è sputtanarli. Sputtanarli in qualunque modo. Del resto la posta in gioco è troppo alta. Così ci s'inventa che il ragazzo (l'ex fidanzato di Noemi che nel frattempo chiede scusa al premier perché qualcuno gli ha evidentemente fatto capire di avere sgarrato) ha preso soldi da Repubblica (ma l'importante, secondo me, non è che li abbia presi - e non li ha presi - bensì che abbia detto il vero); così ci s'inventa che Veronica Lauro aveva l'amante (e che semmai è stato Berlusca a fare ciò che poteva per salvare la famiglia); si spala merda addosso ai giornalisti che fanno il loro dovere e dunque indagano sulle relazioni pericolose del cav. Addirittura Maurizio Gasparri si rivolge indignato all'Ordine dei giornalisti (indignato semmai sono io avendo scoperto che Gasparri c'ha la tessera dell'ordine, proprio come me...). La violenza con cui gli scagnozzi del Berlusca stanno operando per sollevare una montagna di fumo davanti agli occhi dei cittadini-elettori è preoccupante. La dice lunga sul livello di democrazia che c'è nel nostro Paese. L'uomo, oltretutto, vorrebbe (anzi, pretende!) ancora più potere. Il suo delirio di onnipotenza dovrebbe spaventarci ed io, in effetti, sono spaventatissimo. Mi domando però: che cosa sarebbe successo se si fosse scoperto che il presidente del Consiglio, Romano Prodi, frequentava delle minorenni, che le chiamava al telefono cellulare per invitarle da lui? Come avrebbero reagito i servi (in particolare i giornalisti da lui stipendiati) ed i sudditi (cioè noi) di sua emittenza?