sabato 27 agosto 2016

La retorica delle disgrazie

Non mi piace l'espressione "gara di solidarietà": se fosse una disciplina sportiva verrebbe praticata alle Olimpiadi. E poi: gara tra chi? In occasione di un dramma, una calamità, l'unica molla dovrebbe essere l'impulso ad aiutare chi si trova in grave difficoltà o pericolo di vita. Che senso ha sottolineare il fatto che il bimbo di Amatrice lo ha salvato un cane friulano? O ancora: perché titolare a piena pagina che Gemona ospiterà i bimbi di Amatrice - cosa che non può essere stata in alcun modo discussa con i genitori dei diretti interessati - addirittura precisando che parteciperanno alle iniziative di Sportland. Perché tutta quest'ansia di mettersi in mostra? E se fossero in futuro invitati a trascorrere le vacanze altrove (magari a Gardaland o in America), magari preferirebbero andare là, invece che a Gemona. Ma il punto è che questo non è - o non dovrebbe esserlo - il tempo delle sparate. E ancora: una pizzeria di Tarvisio ottiene visibilità gratuita sul Gazzettino annunciando che devolverà alla Croce Rossa la metà del ricavato delle pizze "matriciana". Non so voi, ma io li boicotterei solo per questo. La solidarietà si fa, non si esibisce. Tanto più che in questo momento ci sono delle persone che si guardano attorno e non vedono ciò che hanno visto per un'intera vita. E si sentono svuotate. Frastornate. Disperate. SOLE. Invece vai con la retorica dell'eroismo, anche se - io sono sicuro - i soccorritori che si stanno dannando per aiutare i terremotati, loro per primi, non si sentono degli eroi. Stanno compiendo il loro dovere. Fanno il loro lavoro. Chiunque decida di fare il vigile del fuoco, sa bene che non passerà gli anni in caserma a completare sudoku. Aiutare il prossimo è - o dovrebbe esserlo - un gesto istintivo. Anche le bestie del branco si aiutano a vicenda, perché a livello istintivo sanno che quella è la cosa giusta da fare. E quando lo fanno, gli animali del branco non postano i propri selfie su Facebook per mostrare al mondo quanto sono stati bravi.