domenica 28 giugno 2015

Dylan

Il Collisioni è sbarcato insomma in Fvg, a San Daniele, venti chilometri scarsi dal sottoscritto. Ieri vi ho trascorso un interessante pomeriggio fitto d'incontri (nell'ordine: Gad Lerner, Vinicio Capossela, Piergiorgio Odifreddi, Stefano Accorsi, Alessandro Roja, Claudio Santamaria, Sabrina Impacciatore, forse Vittoria Puccini ma da lontano non mi sembrava lei) e verso le 18.30 me ne sono andato (niente Baricco, Ricciarelli, Saviano e Crepet, dunque) evitando di conseguenza di dovermi far trascinare l'auto fuori dal parcheggio con i trattori perché in serata ha in effetti diluviato. Alle 21.30 Bob Dylan. Non sono un fan, non ho nemmeno mezzo disco, è stata credo l'unica occasione in vita mia in cui sono andato a un concerto solo per aggiungere un grande nome alla mia personale lista. Comunque sia non mi aspettavo niente di che, dato che da almeno un paio di decenni si parla male dei suoi concerti e di conseguenza ero preparato al peggio. E infatti: l'uomo sale sul palco alle 21.25, appena ha visto che ero arrivato (non so perché, ma mi capita spessissimo di arrivare ai concerti giusto un attimo prima del loro inizio). Band di cinque elementi. Volume bassissimo, tipo filodiffusione al supermercato. La voce: novanta per cento naso, dieci per cento catarro, con quella sorta di grugniti al termine di ogni frase (mi ha fatto pensare a un John Campbell completamente senza voce). Cioè, alle pre pre pre pre pre selezioni di X Factor io questo lo batto di sicuro. Prima parte di concerto (9 canzoni, 50 minuti) in cui si spazia tra i generi (si parte con un country, poi arriveranno rhythm and blues, valzer, Sinatra... Tutto tranne il folk in senso stretto (e il metal). Lui si alterna al solo microfono centro palco (con inserti di armonica) e al piano, più defilato. Dopo 9 canzoni Dylan e la band escono, le luci si accendono e io vado a cercare una set list su internet per capire se intende già chiuderla lì (e non mi dispiacerebbe, lo ammetto, tanto volevo vederlo e l'ho visto e il coinvolgimento è di poco superiore allo zero, tranne che con Pay in blood, l'episodio più movimentato e rock con tutte le virgolette del mondo). Invece si riparte, con un volume audio più decente (ma non troppo), la voce di Dylan che lascia addirittura comprendere l'ultima parola di ogni verso. Grasso che cola. Qui si punta soprattutto sulle ballate: ne infilerà quattro consecutive, ivi compreso il primo bis ovverosia "Blowin' in the wind" in versione agli opposti della cover che ne fa il vecchio Neil per farsi perdonare lo sgarbo di Heart of gold. Chiusura in bellezza con Love sick, un bluesaccio riffato, dove finalmente Charlie Sexton trova il modo di mostrarci di quale pasta sia fatto e io mi domando perché schierare in squadra un chitarrista del genere se poi lo tieni al guinzaglio. In definitiva, credo, il miglior concerto che potessi attendermi dall'attuale Bob Dylan e del resto non mi risulta che sia mai stato un animale da palco neppure nei tempi d'oro (ho visto i filmati di metà anni Sessanta).

mercoledì 17 giugno 2015

La volpe perde il pelo ma non il vizio

DA IL FATTO QUOTIDIANO: "Una donna in primo piano con il viso dipinto di bianconero e le labbra rosso fuoco che mimano un urlo: è l'immagine scelta dall'agenzia Independent Ideas (che tra i suoi soci annovera anche Lapo Elkann) per la campagna abbonamenti 2015/2016 della società torinese. Ma il C.D. Badajoz, club di Tercera Division del calcio iberico, fa notare su twitter che è identica a quella di un suo recente manifesto". C'E' POCO DA FARE: GLI JUVENTINI CE L'HANNO PROPRIO NEL SANGUE (rubareeee, oh oh).

martedì 2 giugno 2015

Elezioni regionali

Io capisco che i giornali debbano uscire e i commentatori debbano commentare. Quello che invece non capisco è a cosa serva paragonare le ultime elezioni regionali alle precedenti elezioni europee. Cioè, sono campionati diversi. Anche le elezioni politiche (alle quali Renzi non ha peraltro mai partecipato) sono un altro campionato. Piuttosto mi preoccuperei del fatto che ormai a votare non ci vada più nessuno, ma dubito che ai nostri politici "occupa poltrone a sbafo" di questo piccolo particolare interessi qualcosa.