martedì 30 ottobre 2012

Oggi le comiche

Ci si meraviglia che in Sicilia abbia vinto un comico. Ma a ben guardare è da decenni che la politica in Italia fa ridere (e piangere al contempo). Dov'è, allora, che starebbe questa grande novità? Troverei invece clamoroso se qualche governante iniziasse finalmente a mantenere le sue promesse. Questo sì, che lo sarebbe. Crocetta in Sicilia ha promesso che farà pulizia del parassitismo che in quella regione purtroppo ha sempre imperversato, al punto da confondersi in pratica con l'ambiente stesso. Auguri, di tutto cuore, ma dovendo lui dipendere dai voti di Lombardo o Micciché io la vedo dura. Molto.

martedì 9 ottobre 2012

Morti viventi

La politica è morta, ufficialmente morta. Il suo è stato di fatto un suicidio e la cosa che mi sorprende di più nei giorni del "si salvi chi può" è la testardaggine con cui i suoi vecchi protagonisti (i nomi non devo di certo farli io, tanto li conoscete tutti) cercano disperatamente di andare avanti per la loro strada fingendo che non sia successo niente. Parlano d'altro, magari sperano di rifarsi la verginità cambiando nome al partito. O fondandone un altro... E' ai cosiddetti "tecnici" (imposti dai veri poteri forti, cioè la finanza internazionale) che siamo ridotti e dopo vent'anni di "magna magna" sconsiderato e senso civico (e del pudore...) crollato a picco, ci sembra quasi di respirare aria fresca. "Divide et impera": ci hanno fatti schierare tra i berlusconiani e gli anti-berlusconiani, nel mezzo ci stavano loro a dividersi poltrone e prebende. Abbiamo avuto i trota, gli er batman e le minetti e dio solo sa quanto queste tre categorie (cioè i figli di papà, gli intrallazzatori e le puttane) siano nel dna di noi italici. Dopo cotanto sfascio ci vorranno dei decenni per tornare ad essere un popolo normale, ammesso che lo siamo mai stati. E io temo che non abbiamo neppure imparato la lezione. Nel frattempo c'è un'infornata di politici presunti giovani ma nati-vecchi che preme per salire alla ribalta. Se il futuro si chiama Matteo Renzi (dopo che i miei anni migliori li ho spesi a sopportare i Berlusca, i D'Alema, i Bossi, i Fini, i Bertinotti e i Casini) cari miei, sarà davvero il caso di cambiare Paese. E non è votando Grillo o Di Pietro che faremo un salto di qualità... Anzi.