
Dal 27 dicembre 2013 è scattato l'obbligo per chiunque investa un animale (cane, gatto, capriolo...) di fermarsi a portare soccorso. Bene, bravi, bis. Tanto più che s'è parlato di apposite ambulanze e, insomma, vai così che finalmente stiamo diventando un pochino più umani anche noi bestie sapiens. Proprio ieri mi capita davanti un povero gatto orrendamente malconcio, ferite da ogni parte, pus in abbondanza, ossicini fuori posto. Mi guardava e miagolava disperato. Chiamo il 118 e al 118 mi danno un altro numero. Nel frattempo - questo va precisato per capire meglio il contesto - pioveva a dirotto. All'altro numero mi dicono di chiamarne un altro e così via. Il giochetto dello scaricabarile dura un bel po'. Due ore dopo arriva finalmente un veterinario dell'Ass (ha fatto trenta chilometri di macchina) e la prima cosa che la padrona del povero animale gli domanda è se l'intervento è gratuito. Invece no: l'intervento si paga. La padrona - così mi hanno raccontato in seguito perché a quel punto me n'ero già andato - si altera (della bestiola non le interessa chiaramente un fico secco, tant'è vero che - racconterà - lo teneva in casa da due giorni in quelle condizioni!), il veterinario si limita ad alzare la testolina al gatto malconcio, sentenzia che deve avere fatto a botte con qualche altro gatto (il gatto di Mike Tyson a giudicare da come lo ha ridotto), dice di portarlo in un ambulatorio (capirai, trovato quella giusta che ce lo porta...) dopo di che procede a prendere i dati della signora per la successiva fattura. Per questo episodio da ieri ho le palle girate. Lunedì chiamerò l'Ass per chiedergli che mandino a me la fattura da pagare (se alla padrona non frega niente, a me invece sì), ma la povera bestiola ho paura che - o decide di guarire da sola, oppure è spacciata. Gente di merda.