
Pare davvero che "La grande bellezza" stia volando in picchiata verso l'Oscar per il migliore film straniero. Ne sono lieto. Noi italiani siamo troppo spesso i primi a non credere nelle nostre possibilità e nel denigrare ciò che esce dal nostro (comunque contraddittorio) Belpaese. Un po' più di orgoglio nazionale non ci farebbe male, magari dimenticandoci per un momento a quali politucoli da strapazzo affidiamo le nostre esistenze e uno di questi sta lì ormai da vent'anni e non c'è verso di mandarcelo affanculo. Per quanto mi riguarda ho comunque trovato "La grande bellezza" un film per molti aspetti velleitario e auroferenziale (esattamente come lo sono tanti italiani, primo fra tutti l'attuale premier), in cui Sorrentino ha voluto imporsi come Autore in ogni singolo fotogramma e magari sarebbe stato il caso di non abbondare in minutaggio, poiché le troppe lungaggini appesantiscono la visione. Ottimo Servillo, che però ormai recita con il pilota automatico, sorprendente la Ferilli e impressionante Serena Grandi (ma non in senso positivo: chi ha già visto il film sa cosa intendo). Il film è un prodotto realizzato a tavolino, ammiccando soprattutto a una certa critica anglofona che guarda con nostalgia alla Roma della Dolce Vita. Bersaglio centrato, direi.
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