Retrospettiva

Questo è un mio post di 3 anni fa, quando ancora m'impegnavo a scriverli. E li scrivevo tutti i giorni, cascasse il mondo. La crisi non c'era, ma io già lo sapevo e con me tutti coloro che volevano saperlo e che dunque leggevano gli scritti degli economisti non compromessi con Lehman Bros. et similia.
Buona (ri)lettura
giovedì, 08 maggio 2008
Sul ponte del Titanic (part 2)
Ho visto che la gente spende sempre meno in generi alimentari. In compenso continua ad indebitarsi per acquistare casa, per cambiare macchina, per partire in ferie. Sono gli stessi che poi dichiarano disperati di non riuscire ad arrivare alla fine del mese. Emblematico il caso di una coppia di bidelli napoletani, che hanno comperato la casa dei loro sogni, ma prendendo poco più di duemila euro in due al mese e dovendone pagare milleottocento per il mutuo, piangevano miseria davanti al giornalista che li intervistava. Stupidi loro, ovviamente. Però questo caso estremo di imbecillità umana la dice lunga sulla sconsideratezza dei tempi attuali. C’era un tempo in cui i nostri nonni lavoravano un'intera vita, spesso all’estero, pur di riuscire a costruirsi una casa che sarebbero riusciti a godersi solo pochi anni, quelli della pensione. Oggi, invece, vogliamo tutto e subito, avendo peraltro davanti agli occhi i modelli che (in particolare) la televisione ci ha imposto e ci impone quotidianamente. Non possiamo neppure pensare di rinunciarci. No, nessun sacrificio è accettabile in questa società miope che continua a ballare sul ponte del Titanic ma è destinata ad affondare con esso. Tutti a credere che il benessere non cesserà mai, come l’attesa di K. nel castello di Kafka. Quando la nostra società ottusamente consumistica verrà infine travolta, saranno calde lacrime, ma – cari miei – chi è causa del suo mal pianga sé stesso.