
Lo sport regala sempre delle belle storie e quella di Shabazz Napier è una di queste. Sino a ieri si parlava di tanti talenti veri o presunti in uscita dai college americani e pronti a calarsi nel magico mondo della Nba, tranne che di lui. Oggi non è più così. Shabazz - sembra il nome di un mago e... in effetti - ha vinto lunedì sera il titolo di basket Ncaa davanti ai quasi 80mila spettatori paganti dell'AT&T Stadium di Arlington, senza contare tutti quelli che lo hanno visto in tv (io compreso). A differenza della formazione femminile di UConn (che partiva favorita e ha letteralmente dominato pure la finale contro Notre Dame) i maschietti della University of Connecticut al via del March Madness non venivano calcolati praticamente da nessuno. Eppure, grazie soprattutto a Napier, sono riusciti a raggiungere le Final four e già sembrava un miracolo. Quindi hanno eliminato la super favorita Florida e infine hanno fatto fuori Kentucky, migliore in campo, manco a dirlo, proprio Shabazz Napier, giocatore dal talento e dal Q.I. cestistico inversamente proporzionale alla sua altezza di un metro e ottanta. Davanti alle telecamere, il brufoloso ventiduenne trascinatore degli Huskies, ha raccontato che nonostante la borsa di studi non è stato facile per lui mantenersi al college, provenendo da una famiglia così povera che spesso e volentieri doveva andare a letto senza cena per poi magari giocare il giorno seguente.
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