
Non sopporto l'ipocrisia della parola. Un handicappato rimane tale anche se lo chiami diversamente abile. Lo spazzino anche da operatore ecologico rimane spazzino e non c'è proprio nulla di cui vergognarsi. Però ci sono delle eccezioni: pensiamo al salto di qualità che hanno compiuto gli omosessuali da quando nel lessico comune hanno attraversato il metaforico guado e da finocchi o froci - terminologie che esprimono aperto disprezzo - sono "diventati" gay. Ciò lo si deve soprattutto alla televisione, che li ha trasformati da casi umani in portabandiera del gusto: perché il gay ora è quello che si veste meglio, mangia meglio, frequenta i posti migliori. E quale donna non vorrebbe avere un amico gay, magari per "convertirlo"? Per quanto mi riguarda non ho mai avuto problemi: quando conosco una persona il dato etero/gay non m'interessa affatto. Preferisco però che si eviti l'ostentazione, perché quella sì, non la sopporto (ma non mi piace nemmeno vedere due fidanzatini etero che si slinguazzano senza ritegno per strada...).
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