
Dice Enrico Letta, primo ministro per caso della nostra povera repubblichetta: "La legge elettorale va approvata per il bene degli italiani". Non so a voi, ma a me girano sempre le palle quando sento in tv un qualsiasi politico affermare che una tal cosa va fatta perché "la vogliono gli italiani" o per il bene degli stessi. A parte che i miei connazionali vorrebbero soprattutto essere ricchi e non pagare le tasse; che una consistente fetta degli stessi crede ancora in chi gliela spara più grossa; e che una (forse) altrettanto consistente fetta non disdegnerebbe di rivedere il nostro Paese governato dai fascisti. Ho conosciuto Letta dieci anni fa (oddio, in verità non gli ho dato nemmeno la mano) quando venne a sostenere il nostro candidato sindaco e - pur essendo noi due praticamente coetanei - già allora mi apparve come un giovane/vecchio. Cioè, abbiamo la stessa età (anzi, lui è persino un tantinello più giovane di me) però sembra mio nonno, con tutto il rispetto per i miei nonni defunti. Comunque sia, caro Letta, lo hanno capito anche i muri che Renzi attende solo il momento giusto per farti saltare e che anzi - a dispetto di quanto è poi stato divulgato tramite agenzie - probabilmente l'incontro col Berlusca è servito per l'appunto a concordare le modalità e i tempi (più stretti possibile).
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