Frequency Festival 2012 - part 3
Al terzo giorno ci arrivo fisicamente mal messo, ma con spirito ottimista. Sulla carta il sabato promette di essere molto, molto interessante. Alle 14.30 sono già di fronte al palco principale, sotto un sole che cuoce, ad attendere i Jezabels, band che in Australia - patria d'origine - ha fatto il botto con il suo pop che rimanda alla gloriosa wave degli '80. La voce di Hayley Mary - anche se talvolta sfuggente - intriga non poco. Mi riprometto di approfondirne la conoscenza su internet (voto: 6/7). Il secondo show è anche uno dei più attesi, per quanto mi riguarda. Sul Green Stage suona l'irlandese Wallis Bird, il cui penultimo album ho avuto modo di consumare in auto nelle settimane precedenti. Lei si presenta con un look improponibile anche in un paese come l'Austria (più crucca dei crucchi, per capirci) e lo spettacolo sembra quasi improvvisato per quanto risulta "informale", ma la voce che ho apprezzato su disco salta comunque fuori e la band è simpatica. Il contesto non è ideale (mi sento un pollo sullo spiedo), il pubblico però è partecipe e se avesse eseguito "An idea about Mary" (la mia preferita) le avrei anche assegnato un bel 7. Dovrà accontentarsi pure Wallis del 6/7. I Glasvegas sul Race Stage partono bene, sanno stare sul palco, sanno suonare, ma dopo mezz'ora mi hanno stufato (voto: 6.5). Si ritorna sul secondo palco, dove nel frattempo ha già attaccato il belga Milow. La sua musica - per niente fracassona e alquanto ispirata (aggiungiamoci una buona band, in particolare il chitarrista) - è un pop elegante che merita di essere approfondito. Un piacere per le orecchie, davvero (voto: 7+). Altro trasferimento: sul palco principale hanno iniziato gli Hot Chip, gruppo che mescola rock, elettronica e dance, un po' come i !!! che ebbi occasione di apprezzare in una precedente edizione del Frequency. Seguo il loro show da seduto, col piede a seguire il tempo e un Calippo alla Coca Cola per provare un minimo di refrigerio (voto: 6.5). Si ritorna quindi sul Green Stage, per i Dandy Warhols. Non è la prima volta che la band di Courtney Taylor-Taylor si esibisce in questo festival austriaco (io c'ero anche nel 2007) e seppur non facendomi impazzire, riesce lo stesso a coinvolgermi con delle canzoni che traggono ispirazione dai migliori anni '60 (Velvet Underground, Rolling Stones, Beach Boys). Quando poi nel repertorio puoi vantare un inno del calibro di "Bohemian Like You" non hai davvero paura di niente (voto: 6/7). A questo punto sono le 20, sul palco principale stanno suonando i Bloc Party (autentici cialtroni del pop/rock) e dopo di loro arriveranno i tedeschi Sportfreunde Stiller (il loro concerto sarà il più seguito, assieme a quello dei già menzionati - vedi part 2 - Beatsteaks). Li evito come la peste e decido di concedermi un lu-u-u-ngo riposo sulle sdraio dell'Art Park, per essere ancora in vita quando arriveranno finalmente i Cure, il vero motivo per cui mi trovo a St. Polten. La "cura" rigenerante funziona (ma ammetto che mentre ero steso avevo paura di addormentarmi e perdermi lo show più importante del festival), così mi presento di nuovo in forma davanti al Race Stage, dove alle 22.45 appaiono finalmente Robert Smith e compagni. Mi attendono due ore e mezza di grande musica. I Cure hanno un repertorio talmente vasto e prezioso che a pescarci dentro escono solo diamanti. Non hanno nemmeno bisogno di effetti visivi e difatti le luci non sono niente di che e l'unica concessione risulta essere il fumo che esce dai due lati del palco. Sarò sincero: la prima ora non riesce ad entusiasmarmi, a un certo punto si riaffaccia la stanchezza e temo addirittura di collassare. Per fortuna la seconda parte è migliore, con in evidenza la sempre magnifica "A forest", ma è "One hundred years" che per poco non riesce a commuovermi. Di seguito la setlist del concerto dei Cure (voto: 7.5): Tape, Open, High, The End of the World, Lovesong, Sleep When I'm Dead, Push, In Between Days, Just Like Heaven, Bananafishbones, Pictures of You, Lullaby, The Caterpillar, The Walk, Friday I'm in Love, Doing the Unstuck, Trust, From the Edge of the Deep Green Sea, Play for Today, A Forest, Primary, Want, The Hungry Ghost, Wrong Number, One Hundred Years, End. Bis: The Lovecats, Close to Me, Let's Go to Bed, Why Can't I Be You?, Boys Don't Cry.
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