Londra 2012
Le mie prime Olimpiadi furono quelle di Montreal, nel 1976. Ricordo le immagini che venivano trasmesse dal piccolo televisore in bianco e nero che avevamo sistemato nella tenda in cui si dormiva dopo il terremoto del 6 maggio che aveva distrutto la mia città, Gemona. Con i videogames ancora da venire, erano i tempi in cui ancora i giornali regalavano i giochi da tavolo in tema (in pratica, la pista d'atletica con le caselline), da affrontare naturalmente con i dadi in compagnia degli amici, o pure da soli (le mie prove generali da futuro misantropo). Le Olimpiadi hanno il potere di farti appassionare per un giorno a degli sport di cui a malapena hai sentito prima il nome. Se vince un italiano il giorno dopo già non lo ricordi più. Uno dei miei ricordi più vivi è quello di Patrizio Oliva che vince l'oro a Mosca nel 1980. Il match decisivo l'ho seguito dalla vetrina di un negozio di elettrodomestici. Per godersela al meglio è preferibile che la manifestazione si svolga in Europa, come avviene per Londra 2012, ma può capitare che ciò non accada per tanto tempo (12 anni sia da Mosca 1980 a Barcellona 1992 e sia da Barcellona 1992 ad Atene 2004). L'importante è potersi mettere comodi e godersele pienamente, a cominciare dalla cerimonia di apertura. Il momento più bello di sempre? Per quanto mi riguarda l'inno di Mameli suonato ad Atene la sera della cerimonia finale: sul gradino più alto del podio c'era il maratoneta Stefano Baldini. Per inciso, le medaglie non sono tutte uguali: e difatti noi ne vinceremo diverse nella scherma (sport praticato da quattro nazioni di numero) e invece dubito che ne arriveranno dall'atletica. Quest'anno grazie a Sky sarà una vera e propria pacchia. Come diceva il barone, l'importante è tenere il telecomando ben saldo in mano. Forza azzurri!
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