lunedì 20 agosto 2012

Frequency Festival 2012 - part 1

Sono tornato più morto che vivo, ma anche con un'inedita abbronzatura (non succedeva da almeno 20 anni che io mi abbronzassi). Ho fatto il pieno di musica live, ho camminato come un maratoneta, ho mangiato poco e male, ho visto cose che voi umani... Eccetera, eccetera. Non ho l'età, questo è un dato di fatto, però l'ho portata fuori questa mia avventura al Frequency Festival 2012, da cui mancavo ormai da quattro anni e all'epoca ancora si teneva nella piovosa (eufemismo!) Salisburgo. Qui a St. Polten - città capoluogo della provincia dei laghi - ha fatto sempre bel tempo, con incursioni termiche però di tutto rispetto. Giovedì 16 agosto, per dire, sono arrivato che faceva un caldo che non vi dico e già alle 19 una bella felpa me la sarei messa volentieri (e a sera pure un giaccone! ne ho visti parecchi, di pelle e addirittura invernali). Mi sono giusto perso la "giornata di accoglienza", con i suoi quattro-gruppi-quattro, tra i quali purtroppo anche i Black Keys (ahi) e l'inizio della seconda, poiché al mio ingresso ufficiale al festival erano già passate le 17 e Bob Mould stava già completando il proprio set sul (ventilatissimo) Green Stage. A seguire, i Saint Etienne (voto: 6), onesti, "informali", il loro pop un po' demodè mi era piaciuto di più quindici anni fa al Beach Bum Rock Festival di Jesolo. Trasferta quindi sul Race Stage, il palco principale, per i Wilco, band apprezzatissima dalla critica ma che non ho mai voluto approfondire ed è per tale ragione che il loro show non mi ha affatto coinvolto (voto: 7, sulla fiducia). Nel frattempo il freddo si fa sentire e mi sposto al Weekender Stage, all'interno di una struttura al chiuso dove scoprirò in seguito l'Art Park, area con postazioni artistiche, spettacoli vari (una tizia si è esibita davanti a me e pochi altri con quattro hula hoop) e, soprattutto, sedie a sdraio dove riprendere energia in ambiente con luci soffuse. Al Weekender - riprendo il filo del discorso - ho visto lo svedese Miika Snow (voto: 6.5) che fino a un minuto fa ero convinto fosse crucco (poi ho verificato su Wikipedia). Non male come proposta: quattro tastiere, armonie interessanti, cantato in inglese, ma volume troppo alto per i miei gusti; cioè, potrei anche pensare di rischiare l'udito per i Nine Inch Nails, ma per Miika Snow!.. Ragazzi, non scherziamo. Il penultimo concerto della serata diventerà - a sorpresa - l'ultimo. Sto parlando di Noel Gallagher e i suoi uccelli che volano alto (voto: 6.5): uno spettacolo più che dignitoso, anche se alla fine per arruffianarsi il pubblico si gioca la carta dei singoli Oasis, esattamente come fa l'odiato fratellino quando canta con i Beady Eye. A quel punto non sono poi così soddisfatto della prima giornata del festival, però conto di risollevare (e risollevarmi) con i Placebo. Attacca lo show e già alla fine della prima canzone Brian Molko fugge via: concerto sospeso. Il bassista ci mette la faccia, spiega che il cantante sta male (un virus) e promette che torneranno il prossimo anno (ah bè!). Questa mi mancava, dopo tanti anni di concerti...

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