Le fattorie degli orsi da bile
Pare che anche in Cina, grazie alla rete, si stia sviluppando un embrione di "coscienza animalista". Che le bestie non vadano mai torturate, uccise o imprigionate personalmente la ritengo una cosa assolutamente ragionevole. Ma la società dei consumi è purtroppo legata a logiche del profitto che se ne fregano del benessere e del rispetto dei nostri simili (parlo degli umani), figuriamoci delle specie animali che ancora si ostinano a popolare il nostro pianeta. L'ignoranza e insensibilità delle persone fa poi il resto (pensiamo a chi uccide per divertimento). A Pechino aumentano d'intensità le proteste per le cosiddette "fattorie degli orsi da bile", uno scandalo che dura purtroppo da molti anni. Lo trovo un progresso notevole e tenete presente che sto parlando di un popolo da sempre abituato a sterminare squali (per le loro deliziose pinne...), tigri, scimmie, cervi, tartarughe. Per non dire di bestiole particolarmente care a noi occidentali, come i cani (una leccornia per i cinesi). Con la Pasqua in arrivo il mio umore sta come sempre peggiorando (è davvero necessario massacrare centinaia di migliaia di agnelli e capretti?), ma una buona notizia - seppur proveniente dal lontano paese della Grande Muraglia - è comunque una buona notizia.
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