giovedì 1 dicembre 2011

Restless


Lui ha perso i genitori in un incidente stradale, a sua volta salvandosi per puro miracolo (per tre minuti il suo cuore aveva smesso di battere). Per hobby s'imbuca ai funerali e come amico ha il fantasma di un kamikaze giapponese immolatosi in battaglia. Lei è una fan di Darwin, veste in maniera decisamente retro, sorride alla vita anche se questa le ha voltato le spalle. Lui si chiama Enoch, lei invece è Annabel. I due s'incontrano, s'innamorano, si amano e tutto in maniera assai anticonvenzionale (dimenticatevi le solite commediole amorose oppure i drammi alla "Love story"). Enoch sa che ad Annabel rimangono appena tre mesi di vita (tumore al cervello) e dovrà farsene una ragione, come ho dovuto farmela io e gli altri spettatori (la maggioranza donne) che lunedì erano in sala con me al Sociale di Gemona. Il regista Gus Van Sant non calca la mano, il suo tocco è leggero. Potrebbe buttarla in tragedia e invece sceglie un registro completamente diverso, in qualche modo addirittura positivo e "solare" (come la protagonista Mia Wasikowska, bravissima). Ci si diverte, insomma. E alla fine si piange, ma questo era abbastanza scontato...

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