Il mio saluto a un uomo speciale

Volevo farlo già ieri, una volta appresa la triste notizia. Poi mi sono detto che era inutile aggiungere i miei bla bla ai tanti coccodrilli che sarebbero in seguito apparsi sui media. Alla fine ho cambiato idea. Raimondo Vianello, con la sua educata (auto)ironia mi è sempre apparso come una figura a parte, nel panorama televisivo nazionale, specialmente dalla metà degli anni '80 in avanti, mentre questo diventava via via sempre più squallido. Se paragoniamo Vianello a un cialtrone come Mammucari (il conduttore di ieri e quello di oggi) si commette peccato mortale. Ricordo i sabati sera degli anni '70, a cenare con calma mentre in tv passavano trasmissioni godibilissime e non per questo sceme quali "Tante scuse" e "Di nuovo tante scuse". Che differenza, rispetto ad oggi, con le inguardabili porcherie di Rai 1 o della De Filippi! Di Raimondo e Sandra - nonostante qualche snobbistica ritrosia - avevo moderatamente apprezzato anche altri prodotti di largo consumo come l'ormai mitica "Casa Vianello", divertente e mai volgare, a dimostrazione del fatto che si può intrattenere il pubblico di massa anche senza ricorrere a tette e parolacce. Leggo che Raimondo è stato ironico anche in punto di morte, mentre il prete gli dava l'estrema unzione. Ha accettato la propria fine ammettendo che in fondo la vita gli aveva dato molto. L'unica volta che Raimondo Vianello mi ha deluso, è stato all'epoca della "discesa in campo" di Berlusconi, quando durante una trasmissione calcistica su Italia 1 fece apertamente pubblicità a Forza Italia. Ma gliel'ho perdonata. Riposa in pace, caro Raimondo. Almeno a te non toccherà più sopportare la stupidità dei tuoi connazionali.
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