L'"emergenza" suina

L'influenza c'è, ma non è il caso di preoccuparsene. Però intanto parliamone. Ogni giorno, in ogni tg. E forniamone i dati: perché dire che i morti sono "già" 2, 3 oppure 4 e i contagiati 2-3mila getterà comunque la gente nel panico, anche se sono numeri ridicoli e anche se da che mondo e mondo qualunque vera epidemia influenzale ha sempre provocato decine (centinaia) di migliaia di morti. Succede annualmente, sapete? Siamo alle solite: dopo averci allarmato in anni recenti paventando il pericolo di una terrificante epidemia di influenza aviaria (e mi ricordo benissimo le immagini di tutte quelle povere bestiole bruciate vive nei sacchi senza un motivo che non fosse l'interesse delle case farmaceutiche), ora i soliti noti tornano alla carica spaventandoci con questa nuova "peste" del ventunesimo secolo: l'influenza suina. E mentre la grancassa dei media, in ossequio alla "trasparente" informazione, ci spiega che non vi è nulla da temere, al contempo spinge però tantissimi cittadini ad acquistare un farmaco inutile oltre che dannoso come il Tamiflu (la Roche ringrazia) e ad attendere con ansia il vaccino. Che arriverà, puntuale, con l'arrivo del prossimo autunno. Le case farmaceutiche - che, per inciso, ingrassano di pubblicità le casse degli stessi media che dovrebbero informarci - gongolano al pensiero di tutti i soldi che guadagneranno. E già sanno che passata anche questa "emergenza", potranno inventarsene una nuova. Sulla pelle degli sprovveduti.

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