lunedì 27 aprile 2009

Spider pork, spider pork...


La crisi colpisce duro in tutto il mondo e probabilmente non ne sono immuni nemmeno le grandi case farmaceutiche. E allora che s'inventano per raggranellare denaro sulla pelle dei soliti boccaloni? Risposta: l'influenza suina! Ecco cosa ne pensa al riguardo il sempre lucidissimo direttore de La Repubblica, Vittorio Zucconi:

La peste alle porte della città

Tanto per dare un senso al panico che sta per esplodere attorno a questa “pandemia” del purscèll, nel senso del maiale, l’ultima pestilenza globale, sarà forse il caso di ricordare che ogni anno, soltanto negli Stati Uniti, la “normale” (e che vuol dire?) infiuenza manda in ospedale 200 mila persone e ne uccide 36 mila, in gran parte anziani particolarmente fragili, adulti e bambini con sistemi immunitari compromessi. Ripeto: trentaseimila persone, senza che giornali e telegiornali perdano la testa come è accaduto ieri al TG1 che è corso a visitare il liceo di San Francesco a Queens, scoprendo che era deserto. Essendo, come forse l’inviata non sapeva, domenica, quando le scuole americane sono, come le nostre, chiuse. L’influenza è una cosa sempre piuttosto seria, ma nelle nazioni con sistemi sanitari sviluppati gli strumenti per limitarne le conseguenze, cioè le complicanze che uccidono, esistono, senza che da oggi ci si metta a correre in farmarcia per fare scorte di farmaci antivirali da ingurgitare senza ragione.

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