mercoledì 5 novembre 2008

Obama!


Sono ore difficili per l'America. C'è gente, giù al sud, che ha speso tutta la vita nel Ku Klux Klan e che ora si chiede a che cosa sia poi servito. In molti hanno sperato sino all'ultimo che fosse uno scherzo, cioè che alla fine Obama togliesse la maschera e che dietro ci fosse un bianco qualunque, magari lo stesso Joe l'idraulico. O il mostro di Milwaukee... Insomma, tutti tranne lo "sporco negro". Troppo dura da digerire, diciamolo. Del resto, i teo-con del cazzo non avevano nemmeno avuto il tempo per digerire il fatto che il miglior golfista al mondo fosse di colore (è il tizio che fa la pubblicità al rasoio da barba. No, non Henry: l'altro...) ed ecco la famiglia Obama presentarsi alla porta della Casa Bianca, non con gli stracci ed il Mocho Vileda, ma con le chiavi delle suite presidenziali. Perché da oggi l'uomo più potente del mondo è un nero. Verrebbe quasi da dire "Carramba che sorpresa!", se non fosse che un telefilm come "24" ci aveva abituati all'idea con largo anticipo. Per quanto mi riguarda, rimango convinto che in tempi normali - in assenza cioè di una crisi economica di tali dimensioni - il senatore McCain e la sua vice Sarah Palin avrebbero vinto a mani basse, agitando insomma lo spauracchio del terrorismo, del comunismo o di checcazzo vi pare, facendo quindi leva - come sempre - sulle classiche paure (e sul razzismo) delle classi medie Usa. Stante un'emergenza finanziaria a tal punto spaventosa che rischia di far sparire quella del 1929 anche dai modi di dire, ecco che la gente si è decisa a dare il proprio voto "cum grano salis", ovverosia mettendoci almeno stavolta un po' di buonsenso. Non è mai troppo tardi. Chissà se potrebbe funzionare pure in Italia!?

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