venerdì 12 settembre 2008

Il sonno della ragione genera i Bush (ma pure le Palin e i McCain)


Elezioni americane dell'anno di grazia 2000: dopo un serrato testa a testa con Al "chi me l'ha fatto fare?" Gore, vince a sorpresa George dabliù Bush. La proclamazione ufficiale - mentre ancora si stanno ricontando le schede in Florida - viene dal telegiornale della Fox, che si sostituisce così alla Corte Suprema. I primi mesi del mandato presidenziale sono molto impegnativi: "Bisogna rimboccarsi le maniche - dichiara l'ineffabile dabliù alla stampa - queste palline non si spediranno in buca da sole!". Le avventure del nostro sui campi da golf sono quasi celebri quanto gli spompinamenti clandestini del suo predecessore. Nel frattempo l'affaire Enron sta per scoppiare e l'economia Usa non attraversa di certo il suo momento migliore. George W.Bush, dal suo ranch di Crawford-Texas manda un segnale preciso ai propri connazionali: "Tranquilli, ho tutto sotto controllo". Ma, ahiloro, guardare un uomo che annega non significa di certo aiutarlo a salvarsi. Se questi erano i presupposti, l'autunno del 2001 si profilava dunque come molto molto difficile per il presidente degli Stati Uniti d'America. Ed è stato allora che gli è corso in aiuto Osama bin Laden, pecora nera di una famiglia legata a triplo nodo scorsoio ai Bush. Qustioni d'affari essenzialmente, se è vero che Salem bin Laden era stato il primo socio di George W. ai tempi delle fallimentari trivellazioni in Texas (che per dabliù, in ogni caso, rappresentavano poco più di un costoso passatempo tra una battuta di pesca e una gara di rutti) e che George senior era uno dei curatori del bin Laden found: un fiume di petrodollari... L'11 settembre del 2001, il gruppo terroristico di Al Qaeda manda insomma quattro Boeing a schiantarsi contro altrettanti bersagli posizionati sul suolo americano. Due degli aerei dirottati centrano al primo colpo le torri gemelle di New York, mentre un terzo velivolo butta giù un'ala del Pentagono e solo il quarto - grazie all'eroismo dei passeggeri è la versione ufficiale, abbattuto da un caccia militare è invece la versione per quanti non credono alle favole - mancherà l'obiettivo (la Casa Bianca?). Non male, se è vero che i piloti di Al Qaeda non avevano mai condotto un Boeing in vita loro e probabilmente nemmeno sapevano come fosse fatta una cabina di pilotaggio (nelle registrazioni audio di quei drammatici momenti si sente uno dei piloti che in arabo domanda dove cazzo stia il freno a mano!). Mentre si stava verificando una delle più gravi crisi della storia americana recente, il buon dabliù, ignaro di tutto, stava leggendo una storia ai bambini di una scuola elementare e anche in seguito si sarebbe mostrato assai più preoccupato per le sorti del porcellino Piggy piuttosto che di quelle delle migliaia di vittime del crollo delle Twin Towers. L'ira degli Usa - parliamo di gente abituata a papparsi bisteccone di quattro chili e a spostarsi su fuoristrada grandi quanto delle portaerei - è come al solito sproporzionata: bombardano e invadono due Stati, uno per ogni torre abbattuta dai terroristi. Data la disparità delle forze in campo, gli invasori yankee non hanno alcun problema a prevalere sui combattenti talebani prima, sulle truppe irachene poi. "La cosa più difficile - ammetterà un generale - è stato far capire al presidente dove si trovino sul mappamondo l'Afghanistan e l'Iraq". Ma se in Afghanistan gli americani ci sono andati ufficialmente per stanare e catturare Osama bin Laden, in Iraq ci vanno invece a portare la democrazia e a prendersi, in cambio, il petrolio. Al Qaeda ancora non c'è: arriverà di lì a breve, una volta uscito di scena il tiranno Saddam. E' il periodo in cui nei telegiornali passano in continuazione immagini cruente di ostaggi decapitati "dal vivo" (e scusate l'involontario gioco di parole). Tanto per convincere l'opinione pubblica che quella irachena è una guerra contro delle belve assetate di sangue, che odiano la democrazia e che non si fermano davanti a nulla (e sappiamo che dietro a tutto 'sto sfoggio di metodi persuasivi c'è un geniaccio della manipolazione come Carl Rowe). Vi siete accorti che ormai da anni nei tg non si vedono più decapitazioni? Sarà forse poichè vogliono indurci a credere che, tutto sommato, la situazione in Iraq è migliorata? (non a caso ci hanno mostrato le immagini della gente irachena che si recava numerosa alle urne - che per noi occidentali sono il massimo simbolo di democrazia - ad eleggere i propri rappresentanti) Anche di Al Qaeda, a dire la verità, si parla poco. Osama bin Laden rimane una primula rossa, il mullah Omar pure. Introvabili come una vergine in un bordello. O forse - più semplicemente - nessuno li ha mai cercati davvero. Adesso il nemico è l'Iran, ma anche i russi che hanno rialzato la testa e la Cina, che ormai primeggia pure nello sport. Per otto lunghi anni abbiamo atteso che George dabliù Bush si levasse dalle palle. Guardiamo a Obama con (moderata) fiducia, pur consapevoli che in concreto, negli Usa, la politica la fanno le multinazionali e le banche d'affari. Se invece vince McCain saranno cazzi...

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