Frequency Festival 2008: day 1
Peccato per la pioggia, davvero un peccato. Perchè il Frequency si è confermato anche stavolta un gran bel festival, impeccabile sul piano dell'organizzazione, nulla di paragonabile agli eventi rock nostrani. Se penso che il nostro Heineken Jammin (che a confronto del Frequency è una sagra di paese...) viene spacciato per uno dei più importanti festival europei! Persino gli impianti sonori e l'acustica sotto le tende (dove stavano i palchi secondari) erano di molto superiori a quelli che si riscontra ad esempio girando per i locali del Belpaese. Quando sono arrivato, sul Race stage (il palco principale) stavano finendo i Dresden Dolls. Non chiedetemi del loro concerto, che non so niente. Dopo di loro, i Maximo Park, che una volta non sopportavo ma adesso ascolto volentieri. La loro ispirazione principale erano e rimangono gli immensi Smiths e non fanno nulla per nasconderlo. Non male come antipasto, però la stanchezza e la sete non mi hanno concesso di apprezzare pienamente lo show. Mi sono dunque spostato sul Green stage, dove ho sorseggiato una Sprite e navigato su Internet (col mio cell.) mentre José Gonzales, in solitaria (chitarra e voce), regalava buone vibrazioni ai presenti, comprese un paio di cover di Joy Division ("Love will tear us apart") e Massive Attack ("Teardrop"). Applausi convinti. Così come mi hanno convinto i Ladytron, con le loro canzoni metà in francese e metà in inglese e nonostante un tappeto sonoro fatto soprattutto di tastiere (quattro). Volendo accostarli a qualcuno, direi Depeche Mode, ma con le dovute distanze. Nel Weekender Uk stage m'incuriosivano gli esordienti The Teenagers, che già avevo frequentato su Myspace. Giudizio personale: bravi. Mi ricordano i Whipping Boy ed hanno qualche buona canzone al loro arco. Si perdono un po' solo nei momenti più rumorosi. Ho poi seguito i Travis stando seduto sul bordo della pista (ricordatevi sempre che il Frequency si tiene nell'autodromo di Salisburgo) ed è un gruppo che ho sempre ritenuto simpatico ma sostanzialmente inutile. Ebbene, dopo averli visti dal vivo... confermo, confermo tutto: simpatici ma inutili. Gran finale con i Rem, in splendida forma. Ottimi gli effetti visivi (che non provo nemmeno a descrivere) e soprattutto l'esecuzione delle canzoni. Ho gradito in particolar modo i recuperi dai dischi meno recenti ("Reckoning", "Document", "Green"...). La sola "Losing my religion" mi è sembrata un pochino fiacca, ma è un brano che non ho mai amato veramente. Stipe era a suo agio, Mills gigioneggiava, Buck era il vero deus ex machina. Tra i migliori live della mia ancora breve (lo spero!) vita.
1 Commenti:
con i R.E.M. si va sul sicuro!
Giuseppina
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