MILENA
Dall'opera satirica "Dieci donne che mi sono fatto"
Usavo gli slip, non i boxer, perchè nei boxer il pene si sposta di continuo e io, invece, avevo sempre bisogno di sapere dove si trovasse in qualsiasi momento.
La ragazza tornò porgendomi un bicchiere d'acqua: "Ci ho messo dentro un cucchiaino di bicarbonato".
Le dissi "grazie". Lei rispose "prego". Quindi accostai il vetro alle labbra e buttai giù il contenuto. Tempo cinque minuti ed ero pronto a risalire in sella.
"Trasferiamoci in camera mia", proposi.
Pur essendo un single,dormivo da anni su un fantastico letto a due piazze, comodo ed accogliente come solo il ventre materno.
Ci salimmo sopra ed io m'incantai una volta di più a contemplare la poesia di quel culo sodo e perfetto. Tanto perfetto da parer scolpito da un artista greco nella Atene di Pericle. Non mi sarei mai stancato di guardarlo, quel culo. Per questo motivo avevo piazzato uno specchio sul lato destro del letto: per vederci il mio bel culo riflesso.
Ma c'era anche Milena; non dovevo dimenticarlo. Decisi dunque di mettermi all'opera.
Montare Milena non era facile.
Lei era una tipa esigente, abituata ad essere trattata in un certo modo.
L'avrei definita anzi una persona raffinata, se per raffinata intendiamo una donna disposta a prenderti l'uccello in bocca solo se prima te lo sei lavato.
Notai che all'improvviso la ragazza era titubante.
"Qualcosa non va?".
"Beh... sì - Milena volse lo sguardo verso di me - C'è che non vorrei tu mi giudicassi una ragazza facile".
Io scossi la testa. "Solo perchè hai scopato con me tre ore dopo che ci siamo conosciuti?".
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