lunedì 5 ottobre 2015

Riflessioni calcistico/baskettare di un tizio qualunque

Noto che il calcio "ruba" sempre più soluzioni tattiche alla pallacanestro: è accaduto in un non troppo lontano passato (ma sembra ormai un secolo) con la difesa a zona, che adesso TUTTI applicano e non so se sia un bene, però è così che va il mondo; negli ultimi tempi, mi capita sempre più spesso di sentir parlare di "isolamenti", di "blocchi" (!!!), eccetera (manca solo il pick & roll!!!!), oppure si guarda sempre più alle statistiche (che però nel calcio hanno in genere poco senso) e trovo che sia la cartina tornasole della superiorità dei tecnici del basket rispetto a quelli del calcio. Una delle ragioni di ciò - a parte che il tecnico di basket medio è superiore a quello del calcio per cultura, dunque per modo di ragionare, affrontare i problemi concreti, oserei dire per "capacità immaginifiche" (cioè fantasia...) - deriva a mio giudizio dal fatto che mentre nel calcio si diventa allenatori di livello esclusivamente se si è stati in precedenza giocatori professionisti, nella pallacanestro le corsie sono parallele e non è detto che debbano per forza di cose congiungersi. Insomma, uno può decidere di fare il giocatore professionista (se ne ha le capacità) e un altro può decidere invece di voler allenare a certi livelli (se ne ha le capacità). Poi magari succede che l'ex giocatore diventi un giorno allenatore, ma questa è un'ipotesi, mica la regola. Per chi decide di allenare nel basket, la formazione inizia anche prima dei vent'anni ed è un innegabile vantaggio. Taluni obiettano (di solito nel calcio, ma talvolta anche nella pallacanestro): "Ma se non hai giocato questo sport non lo puoi capire davero". Cazzate, basti pensare che Dan Peterson - probabilmente (parliamone!) l'allenatore che più di qualunque altro ha traghettato la pallacanestro italiana verso l'era moderna - di sicuro non ha giocato ad alto livello. E nemmeno medio oppure basso...

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