mercoledì 7 gennaio 2015

Istinto del parassita

Leggo i primi due titoli su Repubblica.it: Milano, il centrodestra: "Il Comune blocchi la moschea, troppi rischi". Maroni: l'Ue sospenda Schenghen. Italici avvoltoi al lavoro, speculando sul massacro di Parigi. Se poi leggi i commenti degli illuminati lettori (e non voglio nemmeno immaginare come l'abbiano presa quelli del ciarpame giornalistico che fa capo a Il Giornale e Libero) ci trovi tutto quello che ti aspetteresti da persone incarognite, incapaci di elaborare un pensiero loro che non sia (nella migliore delle ipotesi) prevedibilmente razzista o di rifiuto aprioristico dell'altro, oppure (nella peggiore delle ipotesi) alimentato da quel fascismo di (non) ritorno che ha sempre covato sotto le ceneri di una finta normalità e che con l'avvento dei social sta emergendo in tutta la sua becera ancorché allarmante consistenza. Non c'è volontà di capire, in chi approfitta di un dramma come quello vissuto in queste ore dai molto più tolleranti - ma non per questo babbei - francesi. C'è solo tanto odio, rovesciato contro quei poveri cristi che scappano dalle guerre e dalla miseria e che con la strage parigina non c'entrano proprio niente. Certo che la violenza va sempre disapprovata e che quei vigliacchi che hanno trucidato dei poveri giornalisti indifesi non meritano altro che le fiamme dell'inferno (se esistesse davvero ci sarebbe da divertirsi), ma a reagire affondando i barconi in mare non si raggiungerebbe alcuno scopo e nemmeno andando a pisciare (Borghezio docet) sui luoghi dove i musulmani per bene (esistono, esistono e, sapeste, sono addirittura in maggioranza) vorrebbero costruire i propri luoghi di culto.

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